Dalla Memoria della Shoah un monito universale

Data:29 Gennaio 2025
Orario:
Luogo:

Venezia - Biblioteca “Gianni Milner”, Fondazione Ugo e Olga Levi

Organizzatore:

Sezione Anpi Sette Martiri di Venezia

Fondazione Ugo e Olga Levi

Comune di Venezia

Dettagli dell'evento

L’incontro con Stefano Levi Della Torre rappresenta uno dei contributi di Anpi Sette Martiri al calendario di celebrazioni per il Giorno della Memoria 2025.

L’evento si svilupperà con l’alternanza di lettura e brani musicali tra Ottavia Piccolo e Adriano
Iurissevich, con Cecilia Vendrasco al flauto. Saranno quattro brevi brani letterari (due poesie di Primo Levi dalla raccolta Ad ora incerta: “La bambina di Pompei” e “Canto dei morti invano” e due testi di prosa tratti da I sommersi e i salvati) con, intercalati, quattro pezzi musicali scelti dalla musicista.
Da queste letture e suggestioni musicali Stefano Levi Della Torre partirà per sviluppare le sue riflessioni sul tema dell’incontro.

Ingresso libero fino esaurimento dei posti disponibili

 

Nel riproporre a gennaio 2025 la memoria della Shoah, come fa ogni anno la Sezione, Anpi Sette Martiri  si parte dalle parole di Primo Levi che, in I sommersi e i salvati, definisce quella “distruzione”, un “unicum” «sia come mole sia come qualità. In nessun altro luogo e tempo si è assistito ad un fenomeno così imprevisto e così complesso: mai tante vite umane sono state spente in così breve tempo, e con una così lucida combinazione di ingegno tecnologico, di fanatismo e di crudeltà.». E, assumendo «il linguaggio pacato e sobrio del testimone», nella descrizione di come si può privare una persona della propria umanità c’è l’intento di mostrare che processi simili possono, e potrebbero, ripetersi, in altre circostanze, a opera di altri carnefici e a danno di altre vittime.
Perché «erano fatti della nostra stessa stoffa; avevano lo stesso nostro viso». E con lucida obiettività, in Se questo è un uomo, offre all’umanità disumanizzata la sua testimonianza del modo in cui si può privare, passo dopo passo, un essere umano della propria umanità. «Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso; tale quindi, che si potrà a cuor leggero decidere della sua vita o morte al di fuori di ogni senso di affinità umana».
A questo riguardo sono state di ispirazione  le riflessioni di Stefano Levi Della Torre sul pensiero di Primo Levi, in particolare quando ricorda che “la memoria della Shoah va intesa come un avvertimento per conto di un’umanità in prospettiva liberata, e perciò chiamata a impegnarsi a che nessuna sua parte venga disumanizzata, oppressa o soppressa.”.