Gli ebrei di Venezia prima della Shoah. Per una riflessione musicale su ciò che non sarà
In diretta sul Canale YouTube della Fondazione Levi
Piergabriele Mancuso, coordinatore scientifico del Jewish Music Group della Fondazione Levi.
Sin dalla prima metà dell’800 e in particolar modo dopo l’Unità d’Italia, gli ebrei veneziani, così come tanti nella penisola e in Europa colti dall’entusiasmo per il processo di emancipazione sociopolitica, diedero atto ad una serie di innovazioni in campo rituale, tra cui l’adozione di pratiche musicali tipiche della società maggioritaria, in primis l’introduzione del coro e soprattutto dell’organo.
Tale processo di “simbiosi musicale”, epifania di un processo di ben maggior rilevanza, conobbe una drammatica e irreversibile battuta d’arresto con la Shoah, a seguito della quale anche i concetti di interazione, emancipazione e assimilazione, anche musicale, dovettero essere radicalmente ripensati.
Lo scopo di questo incontro non è quello di indagare la “musica della Shoah”, né tantomeno quello di illustrare specifici episodi della persecuzione antiebraica, quanto quello, molto più circoscritto, di mostrare le caratteristiche musicali di quel “commonwealth” musicale giudeo-veneziano, un repertorio ad oggi noto solo a pochi, anch’esso vittima della Shoah.