Il coraggio di un disertore
Annalisa Bruni (Biblioteca Nazionale Marciana)
e Giorgio Busetto (Fondazione Ugo e Olga Levi)
presentano il volume di
Marta Zanni , Il coraggio di un disertore,
Lurago d’Erba, il Ciliegio, 2017.
Interverrà l’Autrice.
Il romanzo narra la storia di Silvia, una bimba di dieci anni, dalle troppe domande e dai mille perché. Non è facile soddisfare le sue curiosità. Un giorno la sua maestra incarica gli alunni di intervistare i nonni sulla loro esperienza di guerra. Silvia è eccitata all’idea: lei adora il nonno e trascorre con lui tutti i pomeriggi, ma appena gli spiega il tema dell’intervista un velo gli rabbuia il sorriso. Nessuno in famiglia vuole aiutarla a comprendere cosa sia successo di così oscuro nel passato del nonno. Solo l’estrema curiosità e la sua caparbietà la porteranno a conoscere una verità inimmaginabile sul trascorso di quell’uomo apparentemente così semplice, in realtà così speciale. Nonno Francesco aveva fatto parte del contingente stanziato a Saint-Martin-Vésubie, un paesino delle Alpi Marittime francesi, dove le guardie confinarie italiane si resero protagoniste della salvezza di 1.500 ebrei lì rifugiati, che dopo l’8 settembre 1943 rifiutarono di consegnare alle truppe tedesche.
Il libro è basato su una storia realmente accaduta durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale a Saint Martin Vésubie, un paesino situato nel sud della Francia, nel cuore nelle Alpi, dove le guardie confinarie italiane si resero protagoniste della salvezza di più di 1.500 ebrei. I soldati arrivarono nel pittoresco paesino, situato a mille metri di altitudine, alla fine del 1942. Gli abitanti del paese furono fortunati: gli era toccato l’atteggiamento tollerante dei nostri soldati. La fortuna non sorrideva solo a loro: grazie alla protezione dei nostri connazionali, arrivarono a Saint Martin centinaia di ebrei, provenienti da tutta Europa. Per dieci mesi le truppe si autoregolano: non vennero applicate le leggi razziali e tantomeno la ‘soluzione finale’ tedesca. In molte occasioni le truppe si rifiutano inoltre di consegnare i rifugiati agli alleati tedeschi. Purtroppo però la ‘Vacanza dall’Olocausto’ durò poco: l’8 settembre del 1943 le Forze Armate Italiane dovettero cedere il posto a quelle tedesche. I rifugiati vennero quindi invitati a seguire i soldati al di qua delle Alpi. Molti ce la fecero (circa 1.200), grazie anche alla caparbietà di un prete, Don Viale di Entraque, una cittadina in provincia di Cuneo, e da una fitta rete di suoi collaboratori. 357 ebrei vennero catturati ed inviati ai campi di concentramento. Di questi ultimi se ne salvarono solo 18.